Documento in risposta alla Provincia di Pisa

“Questa mostra non vuol essere una polemica sterile, fine a se stessa, legata al singolo fatto di cui stiamo per parlare, ma una denuncia e un momento di riflessione per tutti sulla libertà di espressione individuale e collettiva nel campo dell’arte nel nostro caso ed estesa od estendibile a qualsiasi altro risvolto chiunque voglia mettere in discussione. Il nostro scopo era ed è tuttora quello di realizzare una pittura murale. Cosa significa fare un murale? Per noi ha significato tre cose:

  1. la scelta della progettazione collettiva che equivale a libertà d’espressione, confronto d’idee,crescita.
  2. la scelta di un muro esterno in un luogo pubblico aperto quindi alla gente, vissuto dalla gente: tutto ciò ha il significato di vivere l’arte in un modo diverso, quindi un diverso modo d’impostare la produzione di un lavoro artistico e di gestire lo stesso.
  3. lo scontro con l’Ente pubblico responsabile, nel nostro caso la Provincia, trattandosi di un muro che fa parte del complesso Marchesi, sede del Liceo Scientifico Buonarroti e dell’Istituto Geometri.

In giugno con l’appoggio del Circolo Culturale Polivalente Studentesco, che copriva la gran parte delle spese che avremmo dovuto sostenere, abbiamo consegnato all'Amministrazione Provinciale questo bozzetto e una lettera di presentazione che precisava le motivazioni, il preventivo specifico e le modalità tecniche dell’esecuzione del lavoro. Sono emersi immediatamente tre ostacoli:

il parere dell’architetto che ha progettato la scuola ( che ha approvato però a scatola chiusa, condividendo quindi l’idea ),
il parere dell’ufficio tecnico del Comune,
il parere della Giunta Provinciale.

Risolte in breve tempo le prime due difficoltà, la terza invece si è presentata insormontabile. La mancanza di serietà e la scorrettezza nel gestire la nostra proposta ha determinato l’impossibilità di eseguire il lavoro, facendo slittare la pratica di settimana in settimana fino alla fine dell’estate, periodo ottimale per la realizzazione del lavoro per ovvi motivi tecnici. Questo fatto ha impedito non solo che la pittura fosse realizzata sul muro sotto la loro amministrazione, ma ha pregiudicato anche un eventuale dirottamento della nostra iniziativa su altre strutture che la città ci offre. Circa una settimana fa una commissione appositamente nominata ha espresso parere negativo sul nostro lavoro, immediatamente trasformato in decisione dalla Giunta. La commissione composta dagli artisti Bertini, Nudi e dal critico Carlesi, ha basato il suo giudizio, tra l’altro unilaterale e indiscutibile da parte nostra su tre punti chiave:

  1. il nostro lavoro non si addice al motivo architettonico della scuola. Il motivo architettonico del complesso Marchesi ha uno dei suoi aspetti principali nel rapporto scuola-quartiere, sottolineato dalla scelta del modulo triangolare, che simboleggia con l’ipotenusa l’unione tra struttura ed ambiente. Questa ipotenusa è stata ultimamente stroncata da cancellate varie e muri ampiamente vigilati per impedire l’accesso dei cittadini alla struttura. Non vediamo come una pittura murale per la sua stessa natura possa danneggiare ulteriormente questo complesso
  2. il preventivo giudicato soggetto a lievitare durante i lavori. La quasi totalità del preventivo era coperta dal C.C.P.S..Inoltre alla Provincia era stata richiesta una cifra simbolica fissa di £480.000 assolutamente non soggetta a lievitare.
  3. dilavamento della pittura date le condizioni del muro. D’autunno piove, i tecnici e non solo loro se ne rendono conto. Inoltre vorremmo far presente che non c’è mai stata data la possibilità di discutere di questi problemi in opportuna sede con gli stessi e che era già stata presa in considerazione la possibilità di adattare la pittura su un secondo muro dello stesso complesso, decisamente più protetto, considerata la stagione alla quale ci hanno portato per realizzare il lavoro.

Le nostre considerazioni su questi tre punti sono una semplice risposta alle obiezioni a noi rivolte, il discorso, a nostro giudizio, è molto più ampio

Riteniamo che sia legittima la costituzione di una commissione di tecnici che prenda in considerazione i problemi tecnici del lavoro e ne discuta con noi, mentre rifiutiamo qualsiasi giudizio di valore artistico, poiché riconosciamo come artistico tutto ciò che nasce dal fermento d’idee e si sviluppa con continuità e serietà nella profonda presa di coscienza di vivere l’arte in tutti i suoi valori al di fuori degli ammuffiti concetti di meritocrazia dei premi di pittura e degli impedimenti economici oggettivi dei circuiti chiusi delle gallerie d’arte.

Riteniamo dunque sia profondamente antidemocratico impedire la realizzazione di un lavoro come questo, poiché è antidemocratico tutto quello che limita la libertà d’espressione.

Pisa, Logge dei Banchi 12-13/10/’84